Il Corpus Domini a Morcote: Festa del Signore

Un lago: quello di Bolsena, nell’Italia centrale.

Un sacerdote: un boemo in pellegrinaggio verso Roma nel lontano 1263.

Un dubbio: la particola dell’Eucarestia è davvero il Corpo di Cristo?

Una risposta miracolosa: gocce di sangue che scendono dall’Eucarestia che il parroco boemo sta sollevando e macchiano il corporale di lino bianco e alcune pietre vicino all’altare.

Per papa Urbano IV, che risiedeva in quel periodo ad Orvieto, a pochi chilometri da Bolsena, è un miracolo che non può lasciare indifferenti: l’11 agosto 1264 istituisce per tutta la Chiesa cattolica la Solennità del Corpus Domini.

Così, quando giovedì 15 giugno, sessanta giorni dopo la Pasqua, la Comunità di Morcote si è riunita alla Casa Caccia Rusca per dare inizio alla processione con l’Eucarestia, si è ripetuto un atto di fede che affonda le sue radici in una tradizione antica. Il Corpo di Cristo è stato portato in processione per le strade come segno esplicito di Gesù presente nella nostra vita quotidiana, un Dio che cammina al nostro fianco. Una presenza che ha toccato i cuori dei fedeli, ma anche delle tante persone che per caso erano a Morcote quel giorno e che, davanti alla sacralità di una processione che ci ricorda le origini della nostra fede e della nostra cultura, si sono raccolti per una preghiera.

I confratelli del Santissimo Saramento, fedeli al loro nome e alla loro storia plurisecolare, hanno animato l’intera celebrazione. Durante la messa all’aperto, nell’incantevole sagrato della Chiesa di San Rocco, Ettore Vanossi è stato confermato priore della Confraternita anche per il prossimo anno e, con la benedizione di Don Marcelo, ha dato il benvenuto a due nuovi Confratelli: Angelo e Paolo.

Il Coro Maria Fidelis ha sostenuto l’elevazione spirituale con il canto, riproponendo anche il tradizionale Pange Lingua: si tratta di un inno composto da San Tommaso d’Acquino proprio in occasione dell’istituzione della festa del Corpus Domini. Il grande teologo si trovava in quel periodo proprio ad Orvieto, nel Convento di San Domenico, e fu incaricato da Urbano IV di comporre l’ufficio della celebrazione appena istituita. La tradizione vuole che Dio stesso abbia espresso il suo compiacimento parlando a Tommaso da un Crocifisso ligneo: “Bene scripsisti de me, Thoma”.

 

Paolo Crugnola

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