La SUPSI ha da poco ultimato il restauro del dipinto murale cinquecentesco raffigurante la Pesca Miracolosa collocato all’interno della Chiesa di Santa Maria del Sasso. L’intervento, avviato a partire dal mese di ottobre 2016, è stato eseguito in forma di cantiere didattico con gli allievi del Master in Conservazione e Restauro.
Nell’ambito del corso di laurea in Conservazione e restauro, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) effettua periodicamente dei cantieri didattici in cui gli allievi possono sperimentare in situ, sotto la guida dei docenti, le nozioni apprese in aula nei corsi teorico-pratici. Quest’anno il cantiere del corso Master del primo anno è stato dedicato al restauro del dipinto murale raffigurante la pesca miracolosa nella chiesa di Santa Maria del Sasso, con il sostegno del Municipio di Morcote cui appartiene la chiesa. Il lavoro, compiuto sotto la guida della docente Paola Iazurlo, ha permesso alle allieve Agata Bordi, Maria Boudouris, Maria Mazza, Ciara Nesta, Lucia Grava, Francesca Reichlin, di mettere a punto un progetto di intervento completo e di attuarlo gradualmente in ogni sua fase, dalla messa in sicurezza alla presentazione estetica finale.
Il dipinto oggetto d’intervento costituisce una delle più preziose testimonianze pittoriche di epoca rinascimentale in Ticino. L’edificio che la ospita è la celebre e antica Chiesa di Santa Maria del Sasso, arroccata su uno sperone di roccia che sovrasta il borgo di Morcote in posizione fortemente panoramica sul lago Ceresio. La cappella della Pesca Miracolosa, collocata verso il 1520, è stata recentemente attribuita all’artista locale Bartolomeo da Ponte Tresa, attivo in vari cicli pittorici del territorio luganese tra cui la cappella Camuzio in Santa Maria degli Angeli a Lugano. A Morcote, il dipinto principale della cappella ricopre una notevole importanza anche per il tema trattato, allusivo nell’intenzione dei committenti al godimento dell’honor piscium che i duchi di Milano avevano concesso agli abitanti di Morcote già dal XV secolo, un privilegio che garantiva loro piena autonomia di pesca nel lago e l’esenzione dei dazi all’interno del ducato. Tale connessione con la storia locale è fortemente sottolineata dal paesaggio lacustre dipinto al centro della scena, che richiama da vicino il paesaggio che ancora oggi si gode dal sagrato della chiesa.
Nonostante l’importanza storico-artistica dell’opera, al momento dell’intervento il dipinto versava in cattive condizioni conservative, a causa di un precedente dissesto delle coperture nella parte immediatamente soprastante la lunetta, che aveva comportato una prolungata infiltrazione d’acqua sulle pitture.
L’intervento attuale è stato preceduto da una fase di studio preliminare finalizzata alla raccolta di tutte le informazioni necessarie a chiarire la storia conservativa del dipinto, le cause del degrado e la loro eventuale attività, nonché le caratteristiche tecniche dell’opera. Fondamentale da questo punto di vista la collaborazione con l’Ufficio dei Beni Culturali di Bellinzona e dell’Istituto Materiali e Costruzioni della stessa SUPSI. L’intervento di conservazione e restauro, attuato per fasi graduali e progressive, ha alla fine permesso di recuperare un dipinto di notevole qualità pittorica e di valorizzare la chiesa che lo ospita, a breve oggetto di un progetto di restauro più ampio e sistematico, voluto dal Comune con il sostegno della Confederazione.